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Viticoltura in Valle d’Aosta: un patrimonio da scoprire

Scopri la viticoltura in Valle d'Aosta: una tradizione millenaria che unisce passione e innovazione in un territorio unico.

Simonetta Padalino
Viticoltura in Valle d’Aosta: un patrimonio da scoprire

La viticoltura in Valle d’Aosta rappresenta una tradizione millenaria, profondamente radicata nel territorio e nella cultura locale. Questo affascinante settore agricolo, nonostante le difficoltà climatiche e geografiche, ha saputo mantenere e valorizzare la sua unicità, grazie alla dedizione e alla passione dei viticoltori valdostani.

La storia della viticoltura in Valle d’Aosta

La viticoltura valdostana ha origini antichissime. Recenti scoperte archeologiche a Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta indicano la presenza della vite già nell’età del bronzo. Con i Romani, la coltivazione della vite si sviluppò ulteriormente, come testimoniano i numerosi reperti trovati nella regione. La prima menzione scritta risale al 1032 d.C., con un atto di donazione di un vigneto.

Il XIX secolo segnò il periodo di massimo splendore per la viticoltura valdostana, con oltre 3.000 ettari di vigneti. Tuttavia, la comparsa della filossera e altre malattie, insieme all’abbandono delle campagne in seguito alle guerre mondiali, portarono a un drastico declino della superficie vitata, ridotta a circa 500 ettari.

Dagli anni ’50 del Novecento, la viticoltura in Valle d’Aosta ha visto una rinascita grazie alla ricerca, alla tecnologia e alle politiche mirate. L’Institut Agricole Régional di Aosta ha svolto un ruolo fondamentale in questo processo, sostenendo la viticoltura con studi e sperimentazioni.

Oggi, la produzione vitivinicola valdostana è caratterizzata da micro-particelle e piccoli produttori. Negli anni ’70, per far fronte alle sfide del settore, sono nate le prime cooperative. La cooperativa di Donnas è stata la prima, seguita da altre che hanno contribuito alla crescita e alla diffusione del vino valdostano. Nel 1985 è stata istituita la Doc “Valle d’Aosta” o “Vallée d’Aoste”, un riconoscimento che ha ulteriormente valorizzato i vini della regione.

 La struttura produttiva

Oggi, la Valle d’Aosta conta 6 cooperative e oltre 50 aziende private. La Doc “Valle d’Aosta” include sette sottozone: Blanc de Morgex et de La Salle, Enfer d’Arvier, Torrette, Nus, Chambave, Arnad-Montjovet e Donnas. I vitigni coltivati sono 38, di cui 13 autoctoni, come il Prié Blanc, il Petit Rouge e il Fumin.

La produzione totale si aggira intorno ai 2 milioni di bottiglie l’anno, una quantità limitata che rende questi vini particolarmente ricercati. Le condizioni climatiche della Valle d’Aosta, con forti escursioni termiche e suoli di origine antica, contribuiscono a conferire ai vini caratteristiche uniche e inimitabili.

La viticoltura in Valle d’Aosta si sviluppa lungo un percorso che va da nord a sud della regione. Partendo da Morgex e La Salle, si incontrano i vigneti più alti d’Europa, dove si coltiva il Prié Blanc, l’unica varietà autoctona a bacca bianca. Questo vitigno dà vita al Blanc de Morgex et de La Salle, un vino bianco secco e delicato, perfetto anche per la spumantizzazione.

Proseguendo verso sud, si arriva all’Enfer d’Arvier, un’area caratterizzata da un microclima particolarmente caldo. Qui il vitigno principale è il Petit Rouge, da cui si produce un vino corposo e strutturato. La zona di Torrette, la più estesa della regione, coinvolge undici comuni e vede la predominanza del Petit Rouge.

A Nus, si producono tre tipologie di vino: il Nus rouge, il Nus Malvoisie e il Nus Malvoisie Passito. La zona di Chambave è famosa per il Muscat, un vino secco e aromatico, e lo Chambave rouge, prodotto da un blend di Petit Rouge, Dolcetto, Gamay e Pinot nero.

Avvicinandosi al confine con il Piemonte, si incontrano l’Arnad-Montjovet e il Donnas, due aree dove il Nebbiolo, chiamato localmente Picotendro, dà vita a vini di grande eleganza e complessità.

La viticoltura in Valle d’Aosta è un patrimonio prezioso che unisce tradizione, innovazione e passione. Ogni bottiglia di vino racconta la storia di un territorio unico e delle persone che, con dedizione e impegno, lavorano per preservarlo e valorizzarlo. La continua ricerca della qualità e il rispetto per la natura rendono i vini valdostani un’eccellenza del panorama enologico italiano.

Leggi l’articolo completo qui.

Articolo scritto da Simonetta Padalino
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