La pandemia da Covid-19, e le conseguenti restrizioni sugli spostamenti fra Stati, ha penalizzato in modo significativo il mondo del vino che faceva delle fiere e delle presentazioni un’arma importante per lo sviluppo commerciale. I tasting digitali hanno forzatamente rimpiazzato quelli in presenza.
Quali sono i plus e i minus di questa nuova modalità?
Dal punto di vista economico, il vantaggio per il vignaiolo è evidente: i costi di viaggio, di trasferta e quelli relativi all’accoglienza, allo stand e al relativo allestimento sono eliminati e solo in minima parte sostituiti dalla necessità di inviare i campioni agli operatori selezionati. Il ruolo della logistica diviene però fondamentale.
Anche in termini di tempo il risparmio è evidente sia per i produttori, non più costretti ad affrontare lunghe trasferte, che per gli operatori, buyer e giornalisti che direttamente dai loro domicili possono degustare in tranquillità concentrandosi sui prodotti senza distrazioni.
A fronte di tutto ciò vi è lo svantaggio di una ridotta interazione e la possibile mancanza di empatia tra gli interlocutori. Inoltre, non tutti i vignaioli sono avvezzi al contatto mediato dal mezzo informatico. Le associazioni dei produttori o i Consorzi divengono così indispensabili sia dal punto di vista organizzativo che da quello marketing.
Numerose iniziative sono già state organizzate con lo scopo di creare momenti di incontro tra vignaioli e operatori. Agli inizi di ottobre, all’interno della Milano Wine Week, sono state predisposte numerose e apprezzate degustazioni riservate a operatori che, collegati da sette metropoli estere, hanno potuto assaggiare i vini e interagire con i produttori presenti a Milano.
Altro ambizioso programma è stato il “Taste of Italy” organizzato dalla Camera di Commercio Italo-Americana del Texas. Una fiera virtuale dove produttori italiani di vino e cibo hanno potuto presentare i loro prodotti fatti recapitare direttamente agli operatori. Una formula molto gradita ai buyers che hanno scoperto eccellenze italiane a loro sconosciute.
Nei giorni scorsi (dal 6 al 10 novembre) si è svolta la 29° edizione del Merano Wine Festival che le norme anti-pandemia hanno costretto, contrariamente a quanto precedentemente annunciato, sulla piattaforma digitale WineHunter Hub. Operatori e media hanno potuto seguire la programmazione anche incontrando virtualmente i singoli produttori.
Molte sono le domande che sorgono spontanee. I Tasting online sono la vera soluzione? Rimarranno gli eventi in presenza? Quale sarà il futuro delle grandi Fiere internazionali del vino, dall’italiana Vinitaly, alla francese Vinexpo o alla teutonica ProWein?
E poi, ancora: il digitale sarà un elemento discriminante per i piccoli produttori o tramite il supporto di organizzazioni (Camere di Commercio, Consorzi, Associazioni) sarà un’occasione per trovare nuovi spazi di visibilità?
Forse è ancora troppo presto per avere una visione completa e stabile ma è senz’altro arrivato il momento per tutti i produttori di fare una riflessione ed esplorare queste nuove modalità di business.
(Paolo Valente)