È diventato realtà il decreto attuativo per la tutela e valorizzazione dei vigneti storici e dei vigneti eroici, considerati a tutti gli effetti un patrimonio culturale così come individuato dal Testo Unico del Vino (L.238/2016) che li definisce “vigneti delle aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale” (art.7 comma1).
Il decreto, che prevedeva fin dall’inizio la concertazione con il Ministro dei Beni Culturali (Dario Franceschini) e con quello dell’Ambiente (Sergio Costa) era atteso da quasi tre anni e consentirà ai soggetti interessati di presentare alle Regioni di competenza le domande per il riconoscimento di vigneti storici o eroici.
Questo decreto detta i criteri per individuare i territori nei quali sono situati i vigneti, definire le tipologie degli interventi eventualmente finanziabili, individuare i proprietari o conduttori dei vigneti e le priorità che il Ministero o le Regioni possono adottare nella programmazione delle risorse finanziarie, oltre che affidare alle Regioni i controlli degli interventi per i quali sono stati erogati i contributi.
Sono considerati storici “quei vigneti la cui presenza, segnalata in una determinata superficie/particella, è antecedente al 1960” ed eroici quei vigneti che sono compresi in aree dove “le condizioni orografiche creano impedimenti alla meccanizzazione, in zone di particolare pregio paesaggistico e ambientale, nonché i vigneti situati nelle piccole isole”; questi inoltre devono possedere almeno uno dei requisiti individuati tra: pendenza del terreno superiore al 30%, altitudine media superiore a 500 metri s.l.m., coltivazione su terrazze e gradoni e appunto, viticoltura delle piccole isole.
“Questi produttori potranno contare anche su specifiche risorse e mettere in campo interventi finalizzati alla valorizzazione e promozione delle produzioni da viticoltura eroica” ha puntualizzato la Ministra Teresa Bellanova.
Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente del Cervim Roberto Gaudio che ha perseguito questo obbiettivo negli anni e ha dichiarato” Confidiamo anche che vengano stanziate adeguate risorse per dare forza e applicazione a questo Decreto che dovrebbero essere indirizzate proprio al ripristino, al recupero, alla manutenzione e alla salvaguardia dei vigneti eroici che utilizzano per lo più vitigni autoctoni”.
La tutela dei vigneti in chiave di conservazione paesaggistica gratifica anche il Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave che dal 2015 ha visto riconosciute le Colline Vitate del Soave nello specifico Registro istituito dal Ministero dell’Agricoltura che iscrive i paesaggi rurali d’interesse storico.
“Da sempre la tutela delle vigne storiche e della viticoltura tradizionale sono valori per i quali il Consorzio si è battuto” precisa Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio “Vogliamo che il Soave non sia solo sinonimo di un vino bianco eccezionale, ma anche di un territorio di bellezza. Questo decreto è una pietra miliare, poiché riconosce e tutela quella viticoltura che ha fatto la storia e il pregio del vino italiano”.