Nonostante le previsioni climatiche annunciassero una brusca riduzione delle temperature nella settimana dopo Pasqua, nessuno si aspettava che l’abbassamento termico toccasse i 6-7 gradi sotto zero e provocasse i danni che in effetti ha causato, con particolare intensità soprattutto nel comparto frutticolo piemontese.
Da più parti si sta chiedendo all’organismo regionale la dichiarazione dello stato di calamità naturale in modo che si possano mettere in atto tutte le possibili iniziative a supporto degli operatori agricoli, colpiti da una situazione climatica negativa dai caratteri eccezionali, al punto che sembra essere la gelata più grave degli ultimi trent’anni.
Non vogliamo entrare nei dettagli dell’entità dei danni provocati alle varie coltivazioni, sia perché non si dispone ancora dei dati e delle informazioni indispensabili, sia perché determinate situazioni potranno essere più chiare nei prossimi giorni.
Tuttavia, il dato certo è che le colture più colpite sono quelle frutticole del Saluzzese con pesche, susine, albicocche e kiwi, senza dimenticare mele e piccoli frutti. Nel Saviglianese a risentire di più delle basse temperature sono state le orticole fuori serra.
A determinare i gravi danni sono state le basse temperature, la cui azione è stata anche accentuata da fenomeni ventosi e dalle correnti gelide. Di mezzo si è messa anche la difficoltà di far funzionare in modo efficace i sistemi anti-brina, nonostante l’attivazione in tempi utili a fronte dell’allerta delle previsioni atmosferiche.
Una situazione assai meno grave è quella che ha interessato le zone viticole, in particolare i vigneti delle Langhe e del Roero, dove le temperature molto basse e la presenza del vento ha di fatto determinato alcuni danni in maniera assai disomogenea, soprattutto sulle varietà a germogliamento più precoce, in particolare il Nebbiolo.
Non si è più ripetuto l’effetto negativo che queste colline avevano subito nella primavera 2017, quando verso la metà di aprile e con una vegetazione decisamente più sviluppata si erano avute altre gelate tardive, in qualche caso (la zona del Barbaresco) accompagnate anche da una grandinata molto precoce rispetto ai tempi canonici.
Sul vigneto l’effetto gelata ha determinato situazioni molto strane, con la presenza sullo stesso tralcio fruttifero di germogli drammaticamente colpiti dal gelo con a fianco altri in perfetto stato di salute.
Sembrerebbero perciò da considerare esagerate, secondo il Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani, le voci allarmistiche che si erano diffuse nelle ultime ore, relative ai gravi danni sui vari Nebbioli che facevano supporre riduzioni di produzione anche del 50%.