Ogni anno in Europa scompaiono sotto il cemento 1.000 kmq di suolo fertile, un’area estesa come l’intera città di Roma. Eppure nel nostro continente non esiste una legge comune che difenda il suolo. Solo in Italia, tra infrastrutture stradali, aree residenziali e aree industriali abbiamo perso negli ultimi cinquant’anni milioni di ettari di terreni agricoli, ma asfalto e cemento non assorbono l’acqua che va a rinnovare le falde, mentre ne accelerano lo scorrimento che può diventare distruttivo.
Senza un suolo sano e vivo non c’è futuro per l’uomo e la sua tutela è il primo modo di proteggere uomini, piante, animali.
Per questo motivo oltre 300 organizzazioni europee si sono riunite per promuovere una grande campagna collettiva e chiedere all’UE norme specifiche per tutelare il suolo come bene essenziale. E’ la campagna “People for Soil” destinata a promuovere una ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei), cioè una richiesta popolare con cui la società civile sollecita la politica a considerare un’emergenza la difesa dei “suoli liberi”.
L’iniziativa è stata ufficialmente presentata nel corso di Terra Madre/Salone del Gusto di Torino e durerà un anno, con l’obiettivo di raccogliere un milione di firme da far “pesare” sulle scelte dei governi. Tra qualche settimana, ognuno potrà sottoscrivere questo appello non soltanto nelle migliaia di banchetti che verranno allestiti in ogni angolo del nostro Paese, ma anche sul sito italiano della campagna: http://www.salvailsuolo.it/
Il progetto amplifica in chiave europea anche le azioni di Reti, Movimenti ed Associazioni italiane che già hanno ottenuto l’attenzione del nostro Parlamento, in questi mesi impegnato a discutere un apposito DDL dedicato al “contenimento del consumo di suolo e al riuso del suolo edificato”, approvato alla Camera ed ora in discussione al Senato.