I dati parlano chiaro. Il fenomeno “Nizza” continua la sua ascesa, dopo che il riconoscimento della Docg è giunto con il decreto del 18 dicembre 2014 ed è stato confermato dall’Unione Europea con il Regolamento di Esecuzione n. 953 del 22 maggio 2019.
Giovedì 1° luglio scorso, in un evento che fino all’ultimo sembrava non si potesse effettuare, il Nizza e i suoi produttori hanno celebrato l’ingresso in società dell’annata 2019 e nell’occasione sono stati diramati i dati produttivi più recenti.
Già nel 2020 i valori erano parsi incoraggianti, nonostante i riflessi negativi della pandemia da Covid 19. Allora c’era stata una decisa crescita dell’imbottigliato del Nizza 2019 rispetto al 2018, con un incremento a doppia cifra, il 44,75% in più.
Questi dati sono stati confermati dai volumi dell’annata 2019 “fascettati” nei primi 5 mesi del 2021 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente: in base ai dati di Valoritalia, la numerica si è attestata su 172.891 bottiglie, con un +32% rispetto ai primi 5 mesi del 2020. Emblematico il commento di Gianni Bertolino, Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza: “Se il trend dei primi 5 mesi verrà confermato, è probabile che a fine 2021 si possa arrivare a ben 800.000 bottiglie di Nizza Docg, un dato che fino a pochi anni fa era difficile da immaginare”.
Ma come si presenta l’annata 2019 per il Nizza Docg? La risposta arriva sempre dall’Associazione Produttori del Nizza che ha classificato l’annata 2019 come “movimentata dal clima”. Una definizione che merita qualche dettaglio in più e che è frutto della grande variabilità climatica compressa in pochi mesi. Anomalo è stato l’inverno, caldo e asciutto; particolarmente variabile è stata la primavera; un’estate quasi tropicale dovuta sia alle temperature elevate, tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, e alle piogge e ai temporali nei mesi centrali di luglio e agosto. Questa miscela di caldo, freddo, siccità e ricchezza d’acqua ha messo a dura prova la vite che ha prima anticipato le fasi vegetative e poi ha repentinamente rallentato. Tutti questi “ingredienti”, insieme al lavoro molto assiduo dei vignaioli in vigna, hanno contribuito a fare grande l’annata 2019.