Gianfranco Toso, AD della Toso SpA di Cossano Belbo.
Da tempo la Toso SpA di Cossano Belbo (CN), storico produttore di vini, spumanti e bevande aromatizzate, dedica una forte attenzione ai mercati esteri. Non solo quelli di tradizionale presenza dei prodotti made in Piedmont come paesi UE e USA, ma anche la Russia e alcuni paesi limitrofi, la Cina e altre realtà del Sud Est asiatico.
Per ragionare sui temi del mercato in questo difficile 2020 abbiamo incontrato l’Amministratore Delegato dell’azienda, Gianfranco Toso, che da anni si occupa delle strategie di distribuzione e identità aziendale.
D. Manca poco alla conclusione di un anno critico, nel quale anche il mondo del vino ha faticato a mantenere i fatturati. Com’è la situazione dal vostro punto di vista?
“Noi abbiamo lavorato per mantenere i livelli di fatturato del 2019. Se ci fossimo parlati a gennaio 2020, certamente avrei ipotizzato nuovi incrementi economici, ma le vicende del Covid 19 hanno rivoluzionato la situazione. La nostra azienda ha avuto riscontri migliori sui mercati esteri rispetto all’Italia e questo in gran parte è dovuto alla lunga chiusura del comparto Ho.re.ca. Difatti, sul mercato italiano il nostro fatturato è diviso al 50% tra distribuzione tradizionale e organizzata”.
D. Parlando di mercati esteri, quali sono più interessanti per i vostri prodotti?
“Il buon lavoro fatto in export è frutto degli investimenti sostenuti negli anni passati. Ottimi riscontri ci sono venuti, per esempio, dalla Germania dove per tanto tempo non siamo stati presenti. La sinergia con un importatore ben organizzato con le vendite online ha favorito una buona distribuzione dei nostri prodotti. Altra area positiva è quella dei paesi dell’ex Unione Sovietica, in particolare Ucraina, Russia, Kazakistan e Bielorussia. Nell’attività di export, poi, abbiamo beneficiato dell’ottima sinergia con la SACE, la struttura assicurativa nazionale partecipata da Cassa Depositi e Prestiti, che sta dedicando utili supporti anche a realtà industriali di media dimensione come la nostra. E non va dimenticata la Cina, che si è prontamente ripresa dopo la stretta iniziale per il Covid e ci sta dando ottimi risultati, in preferenza sui vini, visto che il consumatore cinese è favorevolmente influenzato dal modello di vita e di consumo europeo.
D. Quali prodotti hanno favorito la tenuta del vostro fatturato?
“Da tempo, dedichiamo una particolare attenzione ai vini speciali, i Vermouth e in particolare il Vermouth di Torino. Non vanno poi sottovalutate le bevande aromatizzate, che continuano a ottenere grandi consensi tra i consumatori. Ma dietro i Vermouth e le bevande aromatizzate seguono i vini, compresi gli spumanti, che rappresentano lo stadio più evoluto del consumo delle bevande alcoliche. Tra questi ricordiamo i vini a denominazione di origine e, tra gli aromatizzati, il Vermouth di Torino Superiore Gamondi, che ci sta regalando infinite soddisfazioni”.
D. A suo avviso, ci sono state delle differenze tra il mercato italiano e quelli esteri?
“Il Covid ha creato problemi e danni un po’ ovunque, ma la nostra sensazione è che i paesi esteri abbiano reagito meglio e più in fretta rispetto all’Italia. Non sappiamo da cosa sia dipeso, ma fuori Italia abbiamo riscontrato una reazione più decisa e tempestiva”.
Intanto, a Casa Toso continuano a giungere riconoscimenti per la qualità dei loro prodotti.
Il Toccasana di Teodoro Negro, l’amaro delle Langhe per eccellenza che quest’anno ha festeggiato i suoi primi 50 anni, è stato premiato agli Excellence Spirits Award organizzati da Roma Bar Show, vetrina esclusiva per i migliori spirits internazionali.
Inoltre, Sarunè, il primo Asti Secco senza solfiti aggiunti prodotto da Toso è stato premiato alla sesta edizione di “Vini&Consumi Awards” come “Miglior Innovazione di Prodotto nella categoria Autoctoni”.