Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da Comuni, Consorzio di Tutela della Nocciola Piemonte Igp, Associazioni Agricole e Produttori contro il provvedimento del Ministero delle Politiche Agricole che nel 2016 aveva inserito la dicitura “Tonda Gentile delle Langhe” nel Registro vivaistico nazionale, autorizzando di fatto l’uso di questo termine in tutta Italia, ma paradossalmente non in Piemonte, dove per la nocciola riconosciuta Igp si deve usare il termine”tonda gentile trilobata” e non il nome storico, appunto “Tonda Gentile delle Langhe”.
Secondo i ricorrenti la denominazione contestata poteva ingannare il consumatore che avrebbe trovato in commercio nocciole definite “delle Langhe”, ma coltivate in altre parti d’Italia. Cosa che peraltro accadrà comunque, dal momento che tra il 2016 e oggi in Italia sono state messe a dimora piante di “Tonda Gentile delle Langhe” in modo del tutto legittimo.
La sentenza del Tar (che peraltro potrebbe ancora essere impugnata di fronte al Consiglio di Stato) è esecutiva e impedisce che d’ora in avanti il termine Langhe possa essere usato per nocciole coltivate in altre regioni. Secondo gli autori del ricorso, il pronunciamento del Tar è anche utile in vista della possibile creazione di una Igp Langhe all’interno dell’Igp Piemonte, operazione a cui Consorzio e produttori stanno lavorando da qualche mese. Più difficile è dire invece se la sentenza possa avere ripercussioni sui prezzi che dipendono, oltre che da qualità e quantità, anche dai mercati internazionali. Come è stato detto in un recente convegno a Cherasco: la qualità si fa in Piemonte, ma i prezzi si fanno in Turchia.