Il vino vuole diventare materia scolastica

Da una proposta dell’Associazione nazionale “Le Donne del Vino”, si avvia una sperimentazione negli Istituti Turistici e Alberghieri…

Settembre 2021
Il vino vuole diventare materia scolastica

Italiano, matematica, lingue, storia, scienze e… vino.

Se volessimo cimentarci nel classico test del “Trovate l’intruso“, otterremmo facilmente la soluzione all’enigma proposto, ben sapendo che il vino è l’unica materia non insegnata nelle nostre scuole.
Ma la situazione vale solo per il passato, perché una proposta lanciata dall’Associazione nazionale “Le Donne del Vino” consentirà l’introduzione – già nel corso dell’avviato anno scolastico – della sperimentazione della materia enoica nel programma degli Istituti Turistici e Alberghieri, dove attualmente viene solo insegnato il servizio del vino.

Per ora la sperimentazione del Progetto D-Vino si concentrerà in tre aree regionali pilota (Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia), attraverso un programma a moduli dedicato alla storia del vino (anche in differenti lingue), allo studio delle etichette, alla terminologia, alla conoscenza delle vie del vino e dell’enoturismo.
Ricordiamo che nel gennaio 2019 alla Camera fu presentato un disegno di legge teso ad istituire già nelle scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado l’insegnamento curricolare della storia e della cultura del vino e delle eccellenze gastronomiche italiane, come materie di educazione civica.

L’innovazione scolastica poggia su basi decisamente concrete, forte del fatto che il vino costituisce oggi circa un terzo dei ricavi dei ristoranti e che l’incoming turistico vede l’enogastronomia come prima attrattiva dei viaggiatori stranieri diretti in Italia (le statistiche indicano che un visitatore su quattro è mosso principalmente da tale suggestione). Il 62% dei cataloghi dei tour operator – ricordano le “Le Donne del Vino” – contiene un’offerta enogastronomica e già oggi circa 10.000 cantine risultano attrezzate per la wine hospitality (perennemente in costante ricerca di personale…), con quasi altre 20.000 imprese del vino aperte al pubblico.

Per l’associazione non ci sono dubbi sulla riuscita della prima fase sperimentale e ipotizza la sicura estensione della materia in tutte le classi dei due istituti, il che offrirà anche una opportunità professionale: «porgiamo da subito un appello alle associazioni di sommelier, assaggiatori, diplomati WSET, dottori in scienze gastronomiche perché preparino i docenti necessari a insegnare a centinaia di classi in ogni regione italiana» ha dichiarato la presidente Donatella Cinelli Colombini.

L’obiettivo è dunque di formare una nuova generazione di manager che possa poi continuare la propria formazione anche dopo il ciclo scolastico, facendo della conoscenza del vino e dell’agroalimentare un punto di forza del proprio profilo professionale.

L’augurio è che il vino come materia scolastica contribuisca alla crescita dei nostri giovani nell’accoglienza turistica, quel “petrolio d’Italia” che ancora merita di essere pienamente valorizzato.

(Alessandro Mortarino)

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