Il Vermouth di Torino ha festeggiato i suoi trent’anni presso la Banca del Vino di Pollenzo proponendo una grande degustazione di una cinquantina di vermouth delle 23 aziende storiche associate al Consorzio che lo tutela e che rappresenta, ad oggi, il 98% della produzione.
Vino aromatizzato conosciuto in tutto il mondo, il prestigioso vermouth torinese – il disciplinare ora consente anche la dicitura equivalente “vermut” che richiama al nome tedesco dell’assenzio, l’erba che ne caratterizza il gusto amaro – conta ormai 300 anni di storia dalla sua invenzione, ma ha ottenuto il primo riconoscimento con il Regolamento CE del giugno 1991 e quello come Indicazione Geografica con il Decreto Ministeriale nel marzo 2017.
Esportato in 82 nazioni di tutto il mondo, il Vermouth di Torino conta una produzione annuale superiore ai 4 milioni di bottiglie e nella piramide qualitativa dei prodotti aromatizzati mondiali gode di una posizione apicale, inserendosi nella fascia premium rispetto ai prodotti senza Indicazione Geografica.
Protagonista dei cocktail più famosi, complemento indispensabile del più elegante “bere miscelato” internazionale, il Vermouth di Torino è stato presentato a Pollenzo in purezza nelle tipologie dry ed extra dry, bianco, ambrato e rosso, ciascuna declinata anche nella versione Superiore che prevede un titolo alcolometrico non inferiore al 17% vol. e una base con almeno il 50% di vini piemontesi, aromatizzati con erbe coltivate o raccolte in Piemonte (sono in media una trentina le essenze utilizzate per aromatizzare i vini base).
“Avvicinatevi al Vermouth di Torino come vi avvicinereste al vino” ha suggerito il presidente del Consorzio Roberto Bava introducendo la degustazione dopo la presentazione storica del direttore del Consorzio Pierstefano Berta.
E la degustazione in purezza ha rivelato in generale personalità interessanti e caratteristiche originali da un prodotto all’altro: vermouth dry poco amari e poco zuccherati, ma sorprendentemente floreali, vermouth bianchi delicatamente amari che si sposano deliziosamente ad un formaggio grasso come un pecorino, vermouth ambrati dal colore dorato carico con un naso molto complesso e straordinario equilibrio acido/alcoolico, vermouth rossi dal bouquet intenso meravigliosamente speziato.
Tanto da suggerire un consumo più consolidato della tipologia liscia, eventualmente solo accompagnata da tonica e qualche gustoso sfizio.
Per chi volesse saperne di più sul Vermouth di Torino, nell’occasione è stato presentato il volume “Il grande libro del Vermouth di Torino” a cura di Giusi Mainardi e Pierstefano Berta per le Edizioni OICCE, opera omnia sulla storia e l’attualità del prestigioso prodotto piemontese che si avvale del contributo di diversi e competenti autori.
Il libro è in vendita presso la casa editrice a 50 euro (spese di spedizione incluse) e si può ordinare a: oicce@tiscali.it.
(Teresa E. Baccini)