Un pensatoio per “monitorare l’evoluzione del settore con particolare attenzione alla struttura delle aziende in un mercato sempre più complesso”, con un occhio attento all’evoluzione del consumatore. Questa la definizione e anche l’obiettivo del nuovo organismo lanciato da Federvini in collaborazione con Nomisma e Mediobanca.
La ricerca frutto di questa collaborazione e presentata recentemente in occasione dell’Assemblea Annuale di Federvini, mette in evidenza il ruolo da protagonista dell’Italia del vino nel commercio internazionale; rappresenta infatti il secondo esportatore mondiale dopo la Francia con 6,2 miliardi di export nel 2018.
Il vino italiano è trainato dalla categoria spumante – grazie al successo del Prosecco -, che nel giro di 10 anni ha triplicato le esportazioni: oggi gli spumanti pesano per 1,5 miliardi di euro, quasi un quarto delle esportazioni totali. I vini imbottigliati registrano tassi di crescita meno sostenuti ma comunque positivi (+47% 2018 su 2008) e rimangono la principale voce di esportazione con un valore di 4.2 miliardi di euro. Dunque una tendenza che indica buona salute del comparto vitivinicolo italiano, con quasi tutti i mercati in positivo ad eccezione del Giappone.
Il maggior canale di vendita sui mercati esteri per il vino resta l’importatore con il 73,8%, solo un 7,6% del vino passa attraverso una rete propria, mentre il 18,6% segue percorsi diversi come spedizioni al punto di consumo, accordi locali, internet in parte trascurabile.
Sul mercato italiano, invece, nel 2018 sono stati consumati 22,9 milioni di ettolitri di vino, in leggero calo rispetto alla lieve ripresa segnata nel 2017. Tuttavia il mercato interno, nei primi 4 mesi dell’anno, è cresciuto comunque del 5.5% in valore.
Federvini lancia l’Osservatorio Wine&Spirits
Un pensatoio per “monitorare l’evoluzione del settore con particolare attenzione alla struttura delle aziende in un mercato sempre più complesso”, con un occhio attento all’evoluzione del consumatore.
Maggio 2019
