È il momento delle città creative

Alba, Biella e Torino sono tra le protagoniste del nuovo accordo di collaborazione tra le Città Creative UNESCO italiane per delineare un futuro di piena “resilienza”…

Novembre 2020
È il momento delle città creative

Nata nel 2004 per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile, la Rete delle Città Creative dell’Unesco entra in una nuova fase per rendere la capacità intellettuale e la cultura elemento centrale dei piani di sviluppo a livello locale e sviluppare una collaborazione ravvicinata a livello internazionale.

Sono 246 le città del mondo che attualmente fanno parte di questa rete, composta da sette aree corrispondenti ad altrettanti settori culturali (Musica, Letteratura, Artigianato e Arte Popolare, Design, Media Arts, Gastronomia, Cinema). Significativa la presenza di città italiane: Bologna e Pesaro (musica), Biella, Carrara e Fabriano (artigianato e arte popolare), Roma (cinema), Alba, Bergamo e Parma (gastronomia), Torino (design) e Milano (letteratura).

Nei giorni scorsi, nell’ambito della rassegna Torino Design of the City, la Rete italiana ha siglato un accordo che inquadra i termini della loro collaborazione e definisce quattro direttrici lungo le quali sarà impostato l’impegno dei prossimi 12 mesi per sostenere la ripresa delle città nel mezzo di una emergenza piena, di stampo non solo economico e sociale ma, anche, culturale. Essere “città creativa” significa, oggi, essere una “piattaforma” di riflessione e ricerca capace di favorire la connessione integrata tra cultura, sviluppo economico e turismo, andando oltre i cluster tematici in cui ogni Città Creativa è inserita e vuole proporsi come strumento di comunicazione per stringere una relazione più ravvicinata con l’UNESCO e proporre in maniera attrattiva i singoli progetti in atto anche presso la più ampia platea popolare.

La “scommessa” che le Città Creative italiane intendono perseguire è, dunque, una risposta culturale che parte dalla consapevolezza che l’attuale crisi pandemica impone una nuova visione della società intera e della “forma” città in particolare e che l’uscita dal tunnel non sarà rapida. Ma il futuro va progettato, ora, con occhi (appunto) creativi, perché gli scenari prossimi venturi non saranno identici a quelli che già abbiamo conosciuto e sperimentato. E questo nostro futuro sarà una costruzione collettiva: dalle emergenze non si uscirà da soli.
Una forma di resilienza, tutta da immaginare…

Sarà Fabriano, già forte dell’esperienza dell’Annual meeting del 2019, a guidare i lavori con il supporto di Carrara e Pesaro, mentre Torino ospiterà i prossimi incontri del Coordinamento anche nel 2021 e 2022.

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