Reduce da una vendemmia ottima per qualità delle uve e non così abbondante dal punto di vista quantitativo, il mondo del vino piemontese si scopre in leggero fermento.
Nel recente incontro tra le componenti produttive del mondo vitivinicolo piemontese e l’Assessorato all’Agricoltura, dalla Vignaioli Piemontesi è venuto l’invito a porre in anticipo le basi per affrontare la prossima stagione. Il direttore Davide Viglino ci spiega come non sia affatto prematuro cominciare ora a programmare le strategie 2021.
D. Avete diffuso un comunicato che esprime qualche timore e una richiesta di “progettualità e iniziative che confortino una visione futura”. Qual è, in concreto, la vostra richiesta?
“La richiesta partita da Piemonte Land of Perfection (il super Consorzio che riunisce tutti i Consorzi Vinicoli e Vignaioli Piemontesi, n.d.r.) è di mettersi subito attorno a un tavolo di lavoro. In realtà è quello che abbiamo già attivato a marzo 2020 con il coinvolgimento e il confronto dell’intero settore vitivinicolo per affrontare la prima fase della crisi. Questi confronti non sono solo finalizzati alla richiesta di finanziamenti, ma anche a mettere a punto delle strategie di settore, perché questa situazione di emergenza sanitaria ci richiede proprio un cambio di mentalità”.
D. Come interpretate la situazione attuale?
“Rispetto a quello che pensavamo tra fine agosto e inizio settembre la situazione è decisamente cambiata: la seconda ondata che ha di nuovo fermato l’Ho.re.ca., questo Natale atipico che pesa sui canali tradizionali. Per il 2021 occorrono strumenti in grado di mantenere gli equilibri di mercato. La ricetta non è unica. In Piemonte ci sono molte tipologie diverse di vini, molti mercati diversi di sbocco, diverse situazioni di filiera produttiva”.
D. Eppure il mondo produttivo piemontese sembra aver assorbito bene la prima fase, ha agito tempestivamente anche con la distillazione, qual è la situazione attuale?
“Diciamo che abbiamo superato la prima fase mettendo in atto azioni che ci hanno permesso di stabilizzare il mercato e di non far partire speculazioni sui prodotti sfusi che avevano avuto una battuta di arresto nelle vendite. La prima delle misure adottate, la distillazione di alcune tipologie di vini, solo 45 mila ettolitri di vini sfusi sui 2 milioni e mezzo di produzione totale, ha soddisfatto le aspettative, mantenendo una buona stabilità del prodotto. Un prolungamento futuro? Forse è presto per pensarci adesso, ma non dobbiamo aspettare neanche ad agosto come abbiamo fatto quest’anno”.
D. Le altre misure previste in primavera dal piano regionale come hanno funzionato?
“Delle altre quattro misure regionali predisposte non hanno avuto molto seguito la riduzione selettiva delle rese al 15% in vigneto, così come lo stoccaggio in cantina, forse perché i produttori hanno preferito mantenere la disponibilità dei vini e non approfittare del fermo prodotto. Molto successo ha avuto invece la misura per l’incremento della capacità di stoccaggio con l’acquisizione di materiali di cantina: ci sono state richieste di 5 o 6 volte superiori alla dotazione finanziaria prevista”.
D. E sul piano promozionale come si muoveranno le aziende piemontesi nel futuro?
“C’è stata una grande richiesta per attività programmate dalle aziende nel 2021. Si vede che stanno già pensando al superamento della pandemia per recuperare i mercati che si sono fermati. Promozione, distillazione e investimenti in stoccaggio sono probabilmente i tre pilastri sui quali agiremo in futuro. È vero che la nuova Pac avrà una proroga, ma la crisi che abbiamo dovuto affrontare cambia la strategia. Nelle precedenti edizioni, le misure finanziate erano in continuità con il passato, ma adesso ci troviamo a dover scegliere strumenti nuovi nell’utilizzo delle risorse pubbliche. E dobbiamo scegliere ora”.