Trattoria I Bologna a Rocchetta Tanaro

I ristoranti del cuore – Rocchetta Tanaro (AT)

Salvatore Marchese Dicembre 2017
Trattoria I Bologna a Rocchetta Tanaro

La bella “casa” di Carlo e Mariuccia Bologna, via via sempre più graziosa e accogliente, può essere ragionevolmente considerata come una sorta di favorevole e saporito punto di osservazione sulle vicende che riguardano i cibi e i vini delle terre di Asti.

Sorge a breve distanza dall’abitato di Rocchetta Tanaro, la comunità diventata famosa nel mondo per la Barbera e la straripante figura del suo cantore, Giacomo Bologna, fratello di Carlo. È volato in cielo avvolto in una nuvola di profumi di tartufo bianco pregiato, ormai un po’ di tempo addietro. È entrato nel mito. Fosse rimasto tra noi, presto avrebbe festeggiato l’ottantesimo compleanno e chissà quante altre preziose intuizioni ci avrebbe regalato. Le sue etichette – la Monella, il Bacialé, il Bricco dell’Uccellone, il Bricco della Bigotta, Ai Suma, il Moscato della Vigna Senza Nome – fanno parte della carta dei vini del ristorante e riscuotono gli unanimi consensi degli innumerevoli estimatori italiani e stranieri.

Ai fornelli sovrintende Beppe, il figlio dei proprietari, che può avvalersi delle proficue lezioni impartitegli, tra gli altri, da Cesare Giaccone di Albaretto Torre, il geniale folletto dell’Alta Langa, e dall’autorevole maestro Valentino Marcattilii, del San Domenico di Imola. “Ma il vero segreto della bontà della nostra cucina – confida lui con la pacata serenità che lo contraddistingue – è racchiuso nelle mani di mia madre, che dimostra una straordinaria dedizione per il suo lavoro”. Lei, Mariuccia, esercita le sue magie tirando le sfoglie per gli agnolotti e i tajarin muovendosi con gesti ancestrali mandati a memoria. Il suo antro è aperto e tutti la possono ammirare mentre è intenta a preparare i suoi manicaretti con grazia innata. La ritualità dell’entratina precede le appetitose suggestioni del mosaico degli antipasti composto dalla carne cruda battuta al coltello, dal paté d’anatra e dalla falda di peperone rosso al forno con le acciughe. Insieme, ecco le croccanti “lingue di suocera” realizzate nel forno di Mario Fongo, che si trova nei pressi del locale.

Il vino: la Barbera d’Asti Montebruna 2015, che fa parte delle mie consuetudini per le sue caratteristiche organolettiche. La controetichetta è firmata dall’avvocato, poeta e musicista Paolo Conte, astigiano Docg. Vale la pena leggere le sue parole: “Dove va il Tanaro oggi?/Come ieri ad Alessandria./Troverà gente col cappello di feltro/che parla con la erre forte./ Sì, ma passa per la Rocchetta?/Si capisce, fermata obbligata./Perché il Tanaro si guarda intorno/e conosce vigna e vigna/e annusa i profumi e trova i colori/e sente di notte la luna discorrere col vino./Sono anime eterne.” Le sensazioni suscitate dalla lirica contribuiscono a infondere un gradevole impulso all’uovo in “cocotte” con la “bagna caoda”, una soluzione che rammenta la medesima elaborazione di solito attuata con le lamelle di Tuber Magnatum Pico. Irrinunciabili gli agnolotti del plìn, a mio parere tra i migliori del regno sabaudo. Secondo copione il condimento: il sugo d’arrosto. La novità assoluta, piuttosto, consiste nelle lasagnette – se volete tagliatelline – di farina di nocciole impastate con farina bianca e rifinite con una crema di Gorgonzola. La suadenza del risultato, non stucchevole, è davvero convincente. Carlo controlla con il garbo che gli è proprio che tutto proceda nella maniera adeguata allo stile della famiglia. Sua nuora, Cristina Maiello, coordina il servizio con un sorriso sincero.

È il momento, adesso, dello squisito fegato di coniglio saltato in padella con un filo di Aceto Balsamico, uno dei vessilli di maggiore portata nelle tentazioni nelle proposte di ogni giorno. Nel calice, intanto, la Barbera raggiunge il culmine della sua personalità confermando pienamente le mie aspettative. Le “lingue” spariscono, un sorso via l’altro, nell’attesa del dolce: un bonet di impeccabile esecuzione.


I VOTI

Ambiente 7 e ½ (confortevole e di rustica eleganza; sono disponibili anche alcune camere); carne cruda battuta al coltello 7 e ½; paté d’anatra 7 e ½; falda di peperone rosso al forno con le acciughe 8; agnolotti del plìn al sugo d’arrosto 8 e ½; lasagnette di farina di nocciole al Gorgonzola 8 (si aspettano le imitazioni); fegato di coniglio all’aceto balsamico 8; bonet 7 e ½; lingue di suocera di Mario Fongo 7 e ½ (sono come le ciliegie). Vino: Barbera d’Asti Montebruna 2015 Braida di Rocchetta Tanaro 8 (anche per la controetichetta di Paolo Conte).


TRATTORIA I BOLOGNA

Via Nicola Sardi, 4
14030 Rocchetta Tanaro (Asti)
Tel. 0141.644600
Chiuso il martedì
www.trattoriaibologna.it

redmango.agency