Un altro anno sta per finire ed è già tempo di bilanci.
Il 2016 era iniziato con tante promesse e in molti casi va detto che si sono tradotte in fatti concreti e positivi.
Ma c’è un limite al di sopra di tutto che tiene spesso in apprensione anche la gente del vino. È la situazione generale dell’economia e della società che stenta a riprendersi dallo stato di crisi in cui è precipitata quasi 10 anni fa. Ogni anno, la ripresa sembra dietro l’angolo, ma poi – per un motivo o per l’altro – le speranze svaniscono. Nonostante tutto, però, il mondo del vino piemontese continua a camminare, magari senza troppa enfasi, ma va avanti. Viene tra l’altro da un’ottima vendemmia (ne parliamo in un reportage specifico nella rubrica “Tendenze”) e questo fatto produttivo ha contribuito a crescere il buonumore tra i produttori e, in tanti casi, anche tra i consumatori. Ma di positivo non c’è solo il raccolto 2016. Anche il mercato e l’immagine dei vini piemontesi continuano a consolidare le loro posizioni in una distribuzione che assume sempre di più i contorni del mondo intero. E, poi, c’è il fattore turismo. Condividiamo il monito di chi vorrebbe una crescita del turismo più cauta, magari orientata alla qualità e alla sensibilità dei suoi interpreti, ma lo sviluppo di questi tempi ha ripagato del lavoro che molti hanno condotto in un passato di almeno 25-30 anni. Intanto, la redazione di Barolo & Co. ha continuato il suo lavoro nell’obiettivo di proporre altri contributi alla conoscenza e alla formazione.
In questo numero, le rubriche dedicate al vino raccontano le originalità del Moscato d’Asti, gli elementi preziosi della Malvasia di Castelnuovo Don Bosco e le giovani promesse dell’Aglianico del Vulture. Sempre nel vino, molto intriganti sono gli articoli dedicati all’origine dei vitigni aromatici piemontesi, agli eventi che hanno caratterizzato l’annata 2016, al fascino e l’orgoglio dei “sorì del Moscato” e ai caratteri suadenti dello Strevi. I temi del mercato rivelano le promesse più o meno mantenute dai mercati BRIC. Tra i prodotti alimentari, grande attenzione è dedicata al Castelmagno, al porro, alla cioccolata, alla cognà e alle proprietà culinarie di timo e ginepro. Le rubriche enoturistiche raccontano le originalità di Mondovì e dintorni, il fascino delle vigne di città e le curiosità dei Musei del Castello di Magliano Alfieri. Le testimonianze culturali sono dedicate a Federico Martinotti, Eva Mameli Calvino e al forno come luogo di aggregazione del mondo rurale; e poi riscoprono la poesia di Angelo Poliziano. Torna anche il racconto della ristorazione e dei locali del vino con le rubriche intitolate “Fornelli d’Italia” e “Il vino al banco”. Mancano ancora alcune settimane dalle festività di fine anno, ma per noi questa è l’occasione giusta per augurare Buon Natale e, soprattutto, un Felice Anno Nuovo.
Un augurio speciale va alle popolazioni colpite in questi mesi dal terremoto.
Che il 2017 porti serenità, salute e solidarietà.