Alla Ciau del Tornavento, il prestigioso locale che si trova nel centro del borgo di Treiso, nella zona di produzione del Barbaresco, il bello e il buono sembrano essere armoniosamente intrecciati in un connubio di straordinario e inestinguibile valore.
Da una parte, infatti, oltre le ampie vetrate, ecco profilarsi lo spettacolare scenario rappresentato dalle vigne sui bricchi: visioni che mutano a ogni battere di ciglia a causa dei giochi di luce, dei vapori delle nebbie mattutine, dei sospiri di dio Eolo, del candore delle nevi e delle mille tinte delle varie stagioni. Dall’altra, in un ambiente arredato con misurata eleganza, fa da adeguato riscontro la possibilità di poter apprezzare una cucina di ragguardevole importanza proposta con lodevole garbo. Tra colori, profumi e sapori, gli ospiti vengono messi prontamente a proprio agio dal padrone di casa in persona, Maurilio Garola, per la messa a punto della comanda. Un grande chef, un oste attento, uno squisito anfitrione: un personaggio ammirevole per il calore della sua semplicità. La carta è abbastanza estesa e suscita mille suggestioni per gli orizzonti che prospetta. Va dai gamberi di Sanremo impanati nelle nocciole alle triglie farcite di erbette; dagli “amoretti” di coscette di rana alla terrina di foie gras di anatra; dai leggendari agnolotti del plin di Seirass cotti nel fieno maggengo al germano reale con salsa al tartufo nero. Tra le tante lusinghe, che sembrano suggerite da un’irresistibile maga Circe, la bussola del mio appetito non ha esitazioni. Prima, naturalmente, il copione prevede le rituali sollecitazioni del palato con le divagazioni dell’amuse-bouche. Poi, si presenta la possibilità di entrare nel merito delle prelibatezze della “Ciau” con la cipolla al forno con salsiccia di Bra, amaretti e fonduta, una sorta di capolavoro scaturito da lievi modifiche apportate a un piatto dettato dalla consuetudine della tradizione contadina piemontese. La soddisfazione procurata dall’assaggio iniziale trova una più che convincente conferma con i tortelli “liquidi” di cardi e acciuga al burro di montagna. Nella farcia: cardi gobbi di Nizza Monferrato, acciughe dissalate, ricotta. Nella realtà: piccoli scrigni capaci di dischiudere vivaci sensazioni. Beninteso, l’opera si completa – è il tempo giusto – con lamelle di tartufo bianco pregiato. La finanziera sembrava una specialità ormai dimenticata, ma per fortuna le sue virtù sono state riportate recentemente all’onor del mondo anche dalla gastronomia d’autore. La versione interpretata da Maurilio Garola e dai suoi collaboratori raggiunge i vertici di una aristocratica raffinatezza per la melodiosa sinfonia delle valenze organolettiche dei singoli ingredienti. Tra questi: carne tritata di vitello per le polpettine, filoni, cervella, lacetto e animelle, fegatini di pollo, fegato di maiale, creste di pollame, rognone, funghi porcini sott’olio, vino bianco e aceto. I vari elementi sono passati in padella e serviti con il brodo necessario in una artistica zuppiera. Con tutta probabilità, la sontuosa elaborazione risulta tra le migliori che mi siano capitate in sorte nel corso degli oltre trent’anni di assidue frequentazioni nelle Langhe. Indimenticabile. Gradevole il dolce: lingotto morbido di cioccolato e pralinato di nocciola con gelato al torrone. La curiosità sarebbe stata tentata dall’assaggio dei ravioli del plin di Nutella con passata di pere e frutti di bosco o dal gelato di panna cotta con salsa di caramello e tartufo bianco. Sarà per la prossima volta. Intanto, ho il piacere di saperne di più sfogliando il bellissimo libro “Maurilio e la Ciau del Tornavento”, con le fotografie di Bruno Murialdo e le sentite testimonianze di numerosi amici tra i quali Angelo Gaja, Giorgio Rivetti, Nico Orengo e Luciano Bertello.
I VOTI
Langa del Barbaresco 9 (da conoscere in tutte le stagioni); ambiente 8; stuzzichini dell’entratina 7; cipolla al forno con salsiccia di Bra, amaretti e fonduta 8 e ½; tortelli liquidi di cardi e acciuga al burro di montagna con lamelle di tartufo bianco 8; finanziera 9 e ½; lingotto di cioccolato e pralinato di nocciola con gelato al torrone e piccola pasticceria: 7; vino: Langhe Nebbiolo 2014 Produttori del Barbaresco 7 (rosso di qualità proposto con ricarico molto equo); libro “Maurilio e la Ciau del Tornavento” 8 (da leggere, le ricette sono solo una gustosa appendice).
RISTORANTE LA CIAU DEL TORNAVENTO
Ristorante La Ciau del Tornavento
Piazza Baracco, 7
12050 Treiso (CN)
Tel. 0173.638333
Chiuso mercoledì tutto il giorno e giovedì a pranzo
www.laciaudeltornavento.it