Nel mio personalissimo immaginario del bello e del buono, la parte ferrarese del Delta del Po, per le sue straordinarie peculiarità di “zona umida”, occupa una posizione di assoluto rilievo.
Penso alle infinite distese colorate di mille tinte verdi dove gli invasi di acque dolci e salate giocano a nascondino; al cielo altissimo, nel quale molte specie di uccelli volano scrutando il suolo per individuare il luogo migliore per nidificare; al cospicuo patrimonio di biodiversità di ogni genere; agli odorosi silenzi. Il Delta, inoltre, riserva parecchie prelibatezze anche per i gourmet più raffinati: tra l’altro, le anguille, la cacciagione e le zucche dalla corteccia rugosa e dalla polpa di un bel giallo solare che si presta a meraviglia per farcire i classici tortelli. Ecco, poi, la spettacolare arditezza dell’abbazia di Pomposa con il campanile che sembra raggiungere la volta celeste. A partire dal 1026, il complesso monastico fu a lungo un importantissimo centro di cultura grazie all’impegno dei padri benedettini. È un contesto ambientale, questo, che ho imparato ad apprezzare a partire da poco meno di trent’anni or sono grazie alla partecipazione a diverse edizioni di “Saperi e Sapori”, la rassegna di alta cucina promossa dallo chef Igles Corelli prima ad Argenta e successivamente ad Ostellato. Vi ho conosciuto Gianfranco Vissani, Bruno Barbieri, Valentino Marcattilii, Alfio Fascendini, Alfonso Iaccarino, Ferran Adrià e numerosi altri protagonisti dei fornelli. Ma nei ricordi non posso trascurare la figura di una persona dotata di una profonda umanità: Eraclio Soncini. Gli sono debitore dei preziosi insegnamenti che mi ha elargito nel tempo sui segreti del Delta. Il suo ristorante – La Capanna di Eraclio, a Codigoro – è rimasto al riguardo un fondamentale punto di riferimento per rinnovare periodicamente le mie esperienze. Adesso, a tirare le fila della “capanna” ci sono i figli, Mariagrazia e Pierluigi, rispettivamente ai fornelli e in sala, però gli affetti sono rimasti immutati.
Il posto è appartato, nel mezzo della caratteristica campagna solcata dai canali e l’amenità del luogo è segnata dal pergolato che sovrasta l’ingresso dell’accogliente locale. All’interno, si mescolano piacevolmente la semplicità dei modi e il calore del benvenuto. La cucina è in linea armoniosa con tutto il resto e tende a valorizzare al massimo le risorse che appartengono saldamente alla cultura del territorio. Un più che convincente saggio introduttivo consiste nello scoprire le piccole tentazioni del giorno proposte dalla tavolozza dei “sapori di una passeggiata nel Delta del Po”, che mette in risalto i gamberetti di laguna e i filetti di “bodega”. Reputo la passerella una sorta di dichiarazione di intenti per alimentare convenientemente le suggestioni gustative. A proposito, dunque, segue la capasanta di Goro cruda con caviale, veramente appetitosa per i suoi afrori. Il vino è l’Albana di Rita Ancarani, che mi appaga per la sua floreale espressività. Mantiene intatte le sue prerogative di piacevolezza anche con il raffinatissimo risotto con le anguille e il pesce bianco, una delle specialità di casa. Le anguille, in procinto di partire per il Mar dei Sargassi per assecondare le leggi biologiche della riproduzione, tra l’autunno e l’inverno raggiungono il culmine della qualità, sorprendendo il palato. A loro, per la definizione del risotto possono essere associati, a seconda della disponibilità, spigola, orata, sogliola o merluzzo. Con esiti assai interessanti. Tengo fede alle abitudini ormai consolidate con l’anguilla “arost in umad”. Prima viene “purificata” sulla brace per privarla delle sostanze grasse e successivamente è sistemata nel forno per la breve rifinitura con aglio e rosmarino. Nel rispetto della tradizione è accompagnata con una soffice polenta di mais bianca. Il vino: Pignoletto Sur Lie Vigneto San Vito. Mi è d’aiuto per rendere omaggio alle moleche fritte, caldissime, di strepitosa bontà. Si tratta dei granchi verdi raccolti nel periodo della muta seguendo una antica consuetudine veneta. Per il dessert non esistono dubbi: la “tenerina” al cioccolato della Capanna di Eraclio è uno dei miei dolci preferiti.
I VOTI
Delta del Po 8 e ½; ambiente 7 e ½; “sapori di una passeggiata nel Delta del Po” 7 e ½; capasanta di Goro cruda con caviale 7 e ½; risotto vialone nano (22 mesi di stagionatura) con anguille e pesce bianco 8 e ½; anguilla “arost in umad” 8 e ½; moleche fritte 8; “tenerina” al cioccolato 7 e ½.
Vino: Albana Ancarani Sânta Lusa 2015 7 e ½; Pignoletto Sur Lie Vigneto San Vito 2017 7 e ½.
Ristorante La Capanna di Eraclio
Via per le Venezie 22 – Località Ponte Vicini
44021 Codigoro (FE)
Tel. 0533.712154
Chiuso: mercoledì, giovedì.