Nella regione laziale, dove da sempre la pianta dell’olivo ha trovato un habitat naturale ideale, sta emergendo, soprattutto negli ultimi anni, la qualità degli extravergine prodotti a sud, nella provincia di Latina.
Dove infatti esiste, dal 2010, la Denominazione di Origine Protetta Colline Pontine che rappresenta uno strumento di tutela di questa eccellenza e al tempo stesso di valorizzazione del territorio che la produce e della sua identità culturale.
Nell’area di produzione della Dop l’olivicoltura è profondamente legata al tessuto sociale, tanto da avere influenzato per secoli la crescita del territorio e la vita delle popolazioni che si sono susseguite nel corso delle varie epoche, influendo per altro sull’economia della zona, fondata quasi esclusivamente sulla produzione olivicola.
Di quali territori parliamo esattamente? Ci riferiamo alla striscia pedemontana e collinare che si estende in modo continuo alle spalle dell’Agro Pontino, sviluppandosi parallelamente al mare, da nord a sud della provincia, in una sorta di terrazzamento naturale inclinato verso la costa, lungo ben cento chilometri. Gli oliveti, situati per lo più su terreni scoscesi, raramente si trovano a un’altitudine superiore ai 400 metri, dove predominano invece boschi e macchia mediterranea, costituendo un sistema integrato con le aree naturali protette qui presenti e rappresentando uno dei territori più vasti in Italia per omogeneità di condizioni geografiche e ambientali; nonché tra i più qualificati per l’olivicoltura, anche grazie al clima mediterraneo, con miti temperature invernali.
Olivicoltura secolare
E questa non è soltanto storia attuale. Infatti qui l’olivicoltura ha una tradizione secolare che risale, volendo prescindere dalle testimonianze di età preistorica, all’epoca dei Greci e poi dei Latini che si stabilirono nel territorio dedicandosi all’agricoltura, prima di essere sconfitti dai Romani e scacciati dalla pianura diventata nel frattempo palude a causa di un evento naturale ricordato anche dagli storici del tempo. Fiorente in epoca romana, tanto da essere disciplinata da editti imperiali, l’olivicoltura sopravvive durante il Medioevo soltanto grazie ai monaci che continuano a produrre olio per i riti sacri. Nel XVIII secolo la zona è al centro di un’importante operazione agricola che promuoveva la coltivazione dell’olivo per favorire la bonifica dei terreni paludosi: nell’archivio storico di Latina è tuttora conservato un documento mediante il quale lo stato pontificio concedeva un premio in denaro per ogni cento alberi di olivo messi a dimora. Risultato: 48.901 ettari di oliveti impiantati nel 1786. Gli anni a seguire vedono un’olivicoltura costantemente sostenuta dallo stato italiano; fino all’ultimo ventennio del secolo scorso durante il quale lo sviluppo tecnologico e gli investimenti nel campo della trasformazione, assieme alla diffusione delle competenze rispetto alla qualità tra i produttori, hanno contribuito a elevare gli standard qualitativi del prodotto che inizia a essere conosciuto e apprezzato nei mercati nazionali e internazionali.
I numeri attuali del comparto olivicolo pontino sono piuttosto rilevanti: quasi 12mila produttori che coltivano oltre 2 milioni di olivi distribuiti su più di 10mila ettari che ricadono nel territorio di 25 comuni della provincia di Latina. La produzione media è di 25mila tonnellate di olive dalle quali si ricavano, in 50 frantoi, 46mila quintali di olio.
Il regno dell’oliva Itrana
Questo è il regno della cultivar Itrana. Infatti questa varietà, pur diffusa anche nel resto del Lazio, ha qui una concentrazione davvero intensa, non registrabile altrove (rappresentando in tutta l’area il 70% delle piante coltivate, e il 90% negli oliveti dei comuni di Sonnino e Itri); e, qui coltivata, assume caratteristiche qualitative peculiari. Il particolare legame tra l’Itrana e il territorio è testimoniato dal sinonimo “Oliva di Gaeta” indicante l’origine più antica della coltivazione di questa varietà che si è poi diffusa dal territorio di Gaeta a tutta la zona collinare e montuosa della provincia Pontina. Per potersi fregiare della Dop Colline Pontine, l’extravergine deve quindi essere ottenuto dalla cultivar Itrana dal 50 al 100%; le varietà Frantoio e Leccino possono essere presenti fino al 50%, mentre altre varietà fino al 10%. Quanto alle sue proprietà organolettiche, questo olio presenta un colore che va dal verde intenso al giallo con riflessi dorati e un aroma fruttato di intensità media o medio-intensa, caratterizzato da sfumature erbacee con l’aggiunta di un sentore di pomodoro di media maturità che costituisce la cifra stilistica dell’olio, spesso arricchito da note di banana, mela bianca, menta e basilico. A questa complessità olfattiva si accompagna un gusto pieno, elegante e bilanciato, con toni di pomodoro cui seguono sensazioni di verdure dolci e sfumature balsamiche, con chiusura di mandorla. Per apprezzarne al meglio le doti consigliamo degli abbinamenti non casuali: ideale su insalate di fagioli, primi piatti con carciofi, pomodori con riso, pesci alla brace e pollame ai ferri, è perfetto su certe zuppe tipiche della cucina pontina, a base di verdure di stagione, legumi, uova sbattute e formaggio pecorino.
Le varietà della Dop Colline Pontine
L’Itrana ci regala un olio il cui aroma fruttato è di intensità media o medio-intensa. Di colore giallo dorato intenso, con sfumature verdi, si apre all’olfatto ampio e complesso, caratterizzato da ricchi sentori di pomodoro di media maturità, arricchiti da spiccate note balsamiche, con netto ricordo di menta, salvia e basilico. Al gusto è fine e avvolgente, dotato di toni fruttati di pomodoro e note vegetali. Amaro e piccante decisi e armonici.
Il Frantoio ci regala un olio dall’aroma fruttato intenso. Giallo dorato intenso con caldi toni verdi, al naso si esprime ricco di sentori di erbe fresche falciate, carciofo, cardo selvatico, cicoria di campo e nette sfumature di rosmarino e menta. Al gusto è pieno e avvolgente, caratterizzato da toni vegetali di ortaggi freschi e di mandorla acerba. Amaro e piccante decisi e ben espressi.
Il Leccino ci regala un olio il cui aroma fruttato è di intensità media. Di colore giallo dorato intenso con delicati riflessi verdi, al naso si apre armonico ed elegante, dotato di ampie note di carciofo, cardo selvatico, erbe fresche falciate e sentori balsamici di rosmarino e menta. Al gusto è morbido e fine, ricco di toni vegetali e speziati, con netto ricordo di cicoria, lattuga, pepe nero e mandorla dolce. Amaro e piccante presenti e dosati.