Il tamtam mediatico ha raggiunto livelli esagerati. Oramai, tutto parla di Expo Milano 2015. Anche le cronache giudiziarie. E di quelle avremmo fatto volentieri a meno.
Ci piace pensare che nelle poche settimane che ci separano dal momento inaugurale tutto sarà regolato: i ritardi colmati, i coni d’ombra cancellati.
Che ancora una volta, quest’Italia dalle tante risorse sappia resettare la situazione e magari parlare un linguaggio uniforme e positivo?
Si annunciano milioni di visitatori e saranno uno straordinario caleidoscopio di colori e valori. Anche la loro multietnicità non potrà che far bene a questa realtà italiana che ultimamente si è scoperta troppo provinciale e raggomitolata su se stessa.
Il successo dell’Expo 2015 a Milano non sarà dettato solo dal numero dei visitatori. Il successo dell’Expo dipenderà da altri fattori: prima di tutto, se la fase espositiva saprà rappresentare fedelmente le tante “Italie” che esistono, da Nord a Sud, da Est a Ovest.
E, poi, dalla capacità di diventare elemento di attrazione come tramite per portare le persone a visitare i territori veri che compongono la grande Italia del cibo e del paesaggio.
Sarebbe riduttivo se l’Expo 2015 fosse solo un momento espositivo: sarebbe come accontentarsi della realtà virtuale, quando quella vera, concreta, è a pochi chilometri e a non troppi minuti di aereo.
E, dipenderà ovviamente dalla capacità dei tanti territori qua e là per l’Italia di essere attraenti e ospitali, regalando ai visitatori un’esperienza irripetibile.
Come redazione di Barolo & Co. abbiamo deciso di dedicare all’Expo 2015 l’editoriale di questo numero di marzo 2015 perché la nostra rivista vuole essere davvero il palcoscenico sul quale la grande ricchezza produttiva del Piemonte e di altre parti d’Italia sa esibirsi senza titubanze e timori. Ogni volta, portiamo all’attenzione dei lettori i caratteri di questa realtà produttiva e territoriale, pensando che non è mai sufficiente il contributo alla conoscenza e alla valorizzazione dei prodotti, dei territori e della gente.
Anno nuovo, veste editoriale rinnovata.
Con questo primo numero del 2015 regaliamo ai nostri lettori una nuova impaginazione per sostenere anche con la forma la qualità dei nostri messaggi e migliorare la leggibilità e l’immediatezza dei nostri approfondimenti.
Così, raccontiamo i caratteri del Barbaresco, le tante facce del Valpolicella, il Barolo Brunate e la novità della Barbera con il Nizza Docg. Tra i prodotti alimentari presentiamo i grissini di Torino, il baccalà, la fragola e l’olio extravergine del Chianti Classico. Dedichiamo un approfondimento alla “voglia di pulito” nel vigneto, nel vino e nel mercato e torniamo con un terzo lavoro a svelare la grappa, stavolta come bevanda da miscelazione. Raccontiamo il paesaggio e il fascino della Val Curone sui Colli Tortonesi e del Sentiero del Tasso nel cuore del Roero. Portiamo le testimonianze culturali del cantautore Angelo Manzone e dello statista Thomas Jefferson e ripercorriamo la poesia enoica dell’Antologia Palatina, di Saffo e Archiloco. E, infine, diamo uno nuovo sguardo alla ristorazione e ai locali del vino con le rubriche “Fornelli d’Italia” e “Il vino al banco”.
Così, regaliamo il nostro contributo alla conoscenza e alla formazione. A favore del vino e del cibo di qualità e origine sicura.