Anche il mondo del vino ha sofferto la mancanza di un governo

Molti impegni e appuntamenti si sono sistematicamente rinviati

Giancarlo Montaldo e Luigi Biestro Giugno 2018
Anche il mondo del vino ha sofferto la mancanza di un governo

L’incapacità di dare un governo autorevole all’Italia che ha caratterizzato le forze politiche vincitrici delle elezioni del 4 marzo scorso ha messo in grave disagio anche il settore vitivinicolo italiano. Molti impegni e appuntamenti si sono sistematicamente procrastinati e hanno condizionato in negativo l’attività dei produttori e dei loro organismi di rappresentanza. Con il 31 dicembre scorso, ha cessato l’attività per scadenza di mandato il Comitato Nazionale delle Denominazioni di Origine dei vini, l’organismo che a livello italiano sovraintende alle nuove Denominazioni e alle modifiche dei Disciplinari dei Vini Doc e Docg già riconosciuti. Tale situazione ha messo in dubbio l’applicazione di numerose modifiche dei disciplinari anche di vini piemontesi che sono in attesa, entro il 1° agosto 2018, dei decreti di etichettatura provvisoria. In particolare questa situazione ha riguardato importanti denominazioni come la Doc Piemonte, la Doc Monferrato, la Docg Dogliani e la Docg Roero. Inoltre, presso il Ministero delle Politiche Agricole si sono accumulati numerosi atti normativi pronti per essere adottati, già esaminati e condivisi dalla filiera. Ma questi provvedimenti non hanno potuto divenire operativi perché mancava l’autorità che li potesse varare formalmente. Tra gli altri, ricordiamo alcuni decreti attuativi del Testo Unico che il settore attende da tempo e che hanno una precisa importanza come quello che concerne i Consorzi di Tutela e il Sistema dei controlli, quello che si riferisce alle caratteristiche dei contrassegni e ai sistemi di tracciabilità alternativi. Inoltre, a breve andranno emanate le norme annuali che riguardano la rivendicazione delle produzioni e le dichiarazioni obbligatorie in materia di raccolta, produzione e giacenza. Anche in questo caso, ci sarà bisogno di una figura autorevole che li possa varare.

Intanto, la redazione di Barolo & Co. ha dedicato tempo e impegno professionale al n° 2/2018 della rivista. I temi vitivinicoli rimangono fondamentali con lo spazio dedicato alla Doc Langhe, al vitigno Favorita, al Cortese dell’Alto Monferrato, al Verduzzo friulano e ai suoi vini, al Diano d’Alba. Senza dimenticare la Menzione Basarin di Neive, nella zona del Barbaresco, e il legame tra le birre artigianali e il terroir raccontato nella rubrica “L’Altra Faccia del Vino”.

Abbiamo riproposto le rubriche turistiche con la visita al mercato alimentare di Avignone, un giro sulla costa ligure tra Imperia e Bordighera e un focus sul Museo del Cioccolato di Vicoforte.

Tra i prodotti agroalimentari, Barolo & Co ha preso in considerazione i formaggi Maccagno e Saras del fen, le polpette e la loro storia, il lampone, le ciliegie di Revigliasco, il chinotto e le proprietà della genziana.

Un’attenzione particolare è stata dedicata ai vini prodotti da vigne vecchie, ai prezzi dei terreni a vigneto e agli abbinamenti tra i vini piemontesi e la cucina messicana.

Nelle rubriche culturali troverete raccontate la figura di Arturo Marescalchi e il vino nelle canzoni di Roberto Vecchioni. I temi ambientali trovano spazio nelle rubriche Volendo si può ed Economia Circolare. Continua, infine, il racconto della ristorazione, dei locali del vino e delle pizzerie di nuova generazione con le rubriche “Fornelli d’Italia”, “Il vino al banco” e “Pizza contemporanea”.

Se il clima non cambierà le sue prerogative, il caldo dell’estate è alle porte. L’augurio che sia anche la stagione del relax e che Barolo & Co vi possa fare compagnia.

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