Sarà ricordata a lungo – o almeno così speriamo – per la precocità l’annata vitivinicola 2022 in Piemonte. Dell’andamento climatico della prima parte dell’anno abbiamo già parlato nell’Editoriale del giugno scorso. A distanza di tre mesi, possiamo aggiungere alla siccità si sono aggiunte le alte temperature, che hanno portato il mese di luglio a essere quello più caldo degli ultimi 80 anni e quello di agosto a seguirlo a ruota.
I precedenti in questo senso erano state le annate 2003 e 2017, ma non avevano avuto un impatto come quello del 2022, soprattutto perché la calura e la siccità estive erano state attutite dai mesi precedenti che avevano portato buone riserve idriche nel suolo.
Quest’anno, poi, la vite aveva già manifestato qua e là situazioni di stress tra fine maggio e inizio giugno durante la fioritura e l’allegagione. Per questo, molti grappoli sono rimasti spargoli per via di un’allegagione incompleta. Man mano che le settimane passavano senza piogge di una certa intensità, i grappoli sono rimasti ancora spargoli, con bucce spesse e con una resa uva-vino decisamente bassa.
Tutto ciò ha influenzato anche la cronologia della vendemmia dei vari vitigni, con l’inizio della raccolta delle uve da spumante ancora prima della metà di agosto e poi via via tutti le altre varietà, con anticipi medi sulla tabella di marcia normale oscillanti tra i 15 e i 25 giorni.
Su questi ritmi, in Piemonte la raccolta delle uve 2022 si è conclusa prima della fine di settembre. E anche se qualche vigneto è stato raccolto dopo il 1° di ottobre, sarà comunque un’eccezione che confermerà la regola di quest’annata.
Nonostante il caldo esagerato che ha caratterizzato molti tratti di questa lunga estate, la redazione di Barolo & Co. ha proseguito il suo lavoro, selezionando e sviluppando i temi da trattare per presentarsi puntuale all’appuntamento autunnale.
I temi dedicati alla vite e al vino restano i privilegiati e interessano la Barbera d’Alba, i vari vitigni Cabernet, il Gattinara, il Buttafuoco in Oltrepò Pavese, il cru Cerretta nel Barolo e il comportamento del vigneto di fronte alla siccità.
Il turismo del vino ha trovato spazio nella rubrica “Volendo si può” per poi sviluppare i racconti del Monferrato tra Casale e Crea o di Nizza marittima con la sua cucina per concludere con il binomio tra acqua e laghi.
Dal mondo del cibo sono stati presi spunti per descrivere il Gorgonzola Dop, la cipolla, l’Olio extravergine Umbria Dop, il salmone, il caffè e le sue zone di produzione, il salame cotto in Piemonte e le proprietà salutistiche della camomilla.
Il focus sul riso in Piemonte e la situazione post Brexit in Gran Bretagna hanno occupato le rubriche dedicate all’economia e ai mercati. Della sostenibilità si è scritto nelle sue rubriche con un focus sul Microbiota e un altro sul riutilizzo delle materie prime di secondo piano.
La ristorazione come canale prediletto per il vino continua a raccontarsi nella rubrica “Incontri con il vino”, “Fornelli d’Italia” e la piacevolezza del cocktail Manhattan. E i locali del vino e i negozi di specialità continuano a occupare le rubriche dedicate.
Le rubriche culturali propongono la figura di Antonio Benedetto Carpano e la storia del castagno come piante del pane per i poveri. Tornano i racconti di Vincenzo Reda e la recensione dei libri nella rubrica “Da leggere e da vedere”.