2017, vendemmia tropicale?

Uva sana, vini molto ricchi di alcool e meno capaci di resistere al tempo

Giancarlo Montaldo Settembre 2017
2017, vendemmia tropicale?

Diffusamente ne parleremo su Barolo & Co. di dicembre 2017. Adesso diamo solo qualche anticipazione per descrivere un evento produttivo che ha dello straordinario.

La vendemmia 2017 oramai è andata in archivio, ma è stata una delle più difficili e particolari di tutte quelle che si ricordino a memoria d’uomo.

Nei primi mesi del suo sviluppo qualcuno l’ha paragonata al 2003, ma cammin facendo ci si è dovuti ricredere. Qualcun altro ha ricordato che già il 1961 aveva avuto un andamento climatico orientato verso il caldo, ma anche in questo caso il parallelo non si è rivelato congruo. Alla fine, ci si è convinti che l’annata 2017 è così, uguale solo a sé stessa, un po’ come sono state tutte le annate che finora hanno accompagnato lo sviluppo dei nostri vini.
L’annata 2017 è stata un connubio tra vari caratteri che l’hanno resa unica: innanzitutto la precocità fin dall’avvio della germogliazione delle viti, avvenuta quindici giorni prima del tempo classico, poi il caldo, con temperature che hanno toccato punte elevate soprattutto tra luglio e agosto; poi ancora il secco, con lunghi periodi senza precipitazioni significative, al punto che nei posti più assolati e magri le viti hanno dovuto affrontare fenomeni di stress.

La domanda più ricorrente è stata: “Come sarà la qualità dei vini?”
Oggi la risposta è difficile. Dipenderà molto dalla zona e dal vitigno. Se in generale è arduo dare giudizi previsionali sulla qualità dei vini in fase vendemmiale, stavolta lo è ancora di più. Rischiamo di avere vini molto ricchi di alcool e meno capaci di resistere al tempo. C’è un elemento a favore ed è la perfetta sanità delle uve, che è già un gran bel precursore di qualità.

Anche per la redazione di Barolo & Co. il lavoro di questa estate è stato impegnativo. Ma i risultati dell’attività fatta in redazione e da coloro che collaborano ci pare importante. Il vino resta il focus essenziale, ma senza trascurare gli altri aspetti dell’agroalimentare. Abbiamo esplorato il mondo affascinante delle Marche, raccontando il territorio del Conero e il fascino dell’Olio extravergine di oliva Cartoceto. Un grande spazio è stato dedicato al Monferrato, con la Barbera d’Asti, la Freisa d’Asti e la storia del vitigno Barbera. Le occasioni del turismo enogastronomico raccontano la Cuneo della Fiera del Marrone e i Musei del Cibo di Parma. Il vino ha trovato altri protagonisti nella Tintilia del Molise e nella Menzione Ravera del Barolo. Tra i prodotti agricoli siamo andati alla scoperta del caffè, del Salame Piemonte, della pera Madernassa e dei mirtilli rossi e neri. Le testimonianze del passato hanno preso in considerazione la figura di Domizio Cavazza, il padre del Barbaresco, e i vitigni e i vini di Montenotte. Infine, le rubriche dell’accoglienza come “Fornelli d’Italia” e “Il vino al banco” propongono nuovi posti nel mondo della ristorazione e dei locali dedicati al vino. Questo è il nostro un nuovo contributo alla conoscenza e alla formazione per il mese di settembre e anche oltre.

Una piccola nota sul filone dei mercati alimentari: avevamo già in scaletta la visita alla Boqueria di Barcellona. Il nostro racconto dedicato a questo mercato vuole essere un sincero omaggio a una città colpita da un attentato senza senso.

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